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martedì 12 novembre 2013

Pianificazione fiscale aggressiva

Recessione economica e oppressione fiscale
Il pretesto delle drammatiche crisi e delle tragiche difficoltà economiche presenti - le quali discendono, prima, dalla crisi artificiale, e, poi, dalle dannosissime politiche austere, restrittive, del potere monetario internazionale - in molti Stati occidentali, anziché usare il sistema monetario per pompare l'economia, ai politici viene ordinato, perché sono burattini manovrati dai grandi usurai, di adottare politiche "di bilancio" volte al taglio della spesa pubblica e "all'incremento delle entrate" (come dicono i giornalisti mentecatti del sole 24 ore), cioè, all'incremento delle entrate tributarie, alla persecuzione fiscale, al salasso continuo del povero contribuente già dissanguato.

Le politiche restrittive e gli stati con regimi fiscali vivibili
L'erosione della base imponibile a favore di paesi esteri a fiscalità agevolata rendono, apparentemente, più difficoltosa la realizzazione di tali politiche restrittive e recessive. In verità, visto che l'obiettivo è quello di creare penuria, in Europa e negli USA, la politica reazionaria d'impoverimento dell'economia sta funzionando alla grande. Oltre a ciò, i giornalisti dimenticano sempre che i maggiori evasori fiscali, se mai l'evasione fiscale fosse un problema, sono la chiesa romana cattolica apostolica, le banche centrali, le banche del sistema bancario italiano e il cartello delle banche estere, i cui proprietari hanno, quasi tutti, sede in paradisi fiscali

La tendenza alla pianificazione fiscale "aggressiva"
Il fenomeno della "aggressiva" pianificazione fiscale negli ultimi anni ha attirato l'attenzione degli ordinamenti nazionali ed internazionali, ed anche dell'OCSE, che hanno bisogno di dare ad esso il massimo risalto per nutrire una propaganda che deve distogliere continuamente l'attenzione di pubblico, media e politici in buona fede, dal vero problema dell'economia del pianeta: l'usura, il fantoccio del debito pubblico, la cosiddetta finanza internazionale, chiamata sempre più spesso, da giornalisti ignoranti e politici incapaci, con quell'eufemismo generico, che non significa nulla, "i mercati". La pianificazione fiscale "aggressiva" è basata sulla valida ragione economica che è quella della sopravvivenza del business, è una pratica lecita ed accettata in tutto il mondo, soprattutto dalla Chiesa di Roma e dagli usurai delle banche centrali.

L'aggressività della pianificazione fiscale viene sommariamente identificata con l'utilizzo di società estere
(società offshore) situate in paradisi fiscali a bassa fiscalità (le società off-shore fanno parte di un gruppo o sono detenute da soggetti come fiduciarie o trust, che hanno come beneficiari finali gli stessi soci della società cosiddette white list) alle quali vengono artificiosamente allocati profitti che scontano una tassazione inferiore, e vicinissima allo zero, rispetto a quella che sopporterebbero nello Stato in cui l'investitore ha residenza.


Società offshore e meccanismi elusivi
Per un esempio, una società offshore registrata in uno stato indicato nelle liste OCSE black list possieda i marchi che vengono utilizzati da una società italiana; quest'ultima dovrà riconoscere alla società off-shore royalties per lo sfruttamento del marchio stesso. Le royalties rappresentano un costo deducibile (sia ai fini IRES che IRAP ) per la società italiana e un ricavo per la società off shore o non è soggetto ad imposte oppure subisce un'imposizione con un'aliquota solitamente (di gran lunga) inferiore a quella ordinariamente applicata nei Paesi compresi nelle white list come l'Italia, con l'evidente vantaggio di evitare parzialmente i danni dell'oppressione fiscale. Naturalmente i giornalisti del sole24ore, ignorano, fra i tanti altri fenomeni, quello dei drastici cali del gettito fiscale dovuti alle dislocazioni, le cosiddette delocalizzazioni, di gran parte dell'industria italiana e mondiale, che chiude, e licenzia milioni di persone, a causa della persecuzione fiscale e delle politiche monetarie restrittive, e sposta gli impianti in Cina o in altre terre più felici di quella di origine.

La disciplina in Italia
In Italia, tuttavia, i redditi delle società off shore controllate da, o collegate a, soggetti (persone fisiche o giuridiche) residenti in Italia sono soggetti al regime delle "Controlled Foreign Companies" (o "regime CFC") di cui si parla all'art. 167 e seguenti del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi). Tale regime prevede la tassazione "per trasparenza" in capo alla società italiana dei redditi della società estera, quando la società italiana non sia in grado di dimostrare alternativamente (i) che la società non residente svolga un'effettiva attività economica nel paese black list o (ii) che dalle partecipazioni non consegua l'effetto di localizzare i redditi in stati black list. Naturalmente gli avvocati commercialisti degli studi di consulenza legale offshore sanno bene come fare ad aggirare questi ostacoli (anche attraverso i servizi di prestazioni quali: soci nominali e amministratore nominale, e cioè, sostanzialmente, prestando nomi di persone fisiche e giuridiche ai quali intestare le società offshore, registrate in paradisi fiscali, in modo che non risulti la vera identità di proprietari ed amministratori nei pubblici registri e negli atti della società), che servono più a spaventare, o a mostrare di aver fatto qualcosa, che non a risolvere il problema dell'evasione fiscale, il quale non è affatto un problema, visto che il problema è un altro.

La disciplina europea
La Commissione Europea nella Comunicazione COM(2012)351 del giugno 2012 ha definito la pianificazione fiscale aggressiva come "il ricorso ad operazioni o strutture artificiali e lo sfruttamento delle disarmonie esistenti tra i sistemi tributari con l'effetto di minare le norme fiscali degli Stati membri ed esacerbare la perdita di entrate fiscali." La Commissione individua nella Comunicazione COM(2012) 351 la necessità di migliorare l'accesso all'informazione sui flussi di denaro, e la tracciabilità dei pagamenti di importo significativo effettuati per il tramite di conti di banche off-shore. Le severe norme in materia di scambio di informazioni su richiesta e di trasparenza, adottate a valle del Forum mondiale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni ai fini fiscali organizzato dall'OCSE, hanno contribuito alla finta lotta contro i paradisi fiscali e hanno introdotto normative liberticide in tutta Europa.

Secondo la Commissione, è necessario promuovere anche presso i Paesi terzi il principio di "concorrenza fiscale leale" sancito dal codice di condotta in materia di tassazione delle imprese (GU C 2 del 6.1.1998) adottato dai Paesi Membri. La Commissione Europea suggerisce infine di creare una squadra di ispettori dedicati alla frode fiscale transfrontaliera e di svilire anche di più la già solo nominale sovranità nazionale dei singoli Stati.

sabato 26 ottobre 2013

La rete mondiale delle informazioni finanziarie

Agenzie per la regolamentazione finanziaria
È un fenomeno nuovo quello delle banche non americane, come le banche svizzere, che sono messe sotto torchio da parte di agenzie americane "per la regolamentazione finanziaria", pare non ci siano precedenti. Alcune teorie cercano di interpretare il fenomeno e di spiegarne la dinamica:

1) le sanzioni alle banche non-USA, soprattutto banche europee e svizzere, fanno parte della ristrutturazione finanziaria annunciata dal presidente statunitense;

2) le sanzioni sono in pratica nuove armi usate dalle banche statunitensi per danneggiare le banche europee;

3) il meccanismo delle sanzioni extraterritoriali è una nuova iniziativa delle élite al potere (negli Stati Uniti) per rafforzare la superiorità geopolitica degli Stati Uniti rispetto all'Europa e al resto del mondo.

Ci sono anche altre teorie attorno al "racket del dollaro".

Ripetendo goffamente lo schema Hegeliano, si crea una crisi, la "tesi", poi una risposta alla crisi, in "antitesi", per dar luogo a un conflitto; quando il conflitto ha lacerato le parti e stremato i superstiti, intervengono i "buoni" per dare la sintesi, che di solito è un capovolgimento sociale, una mutazione degli equilibri, un processo di cambiamento nell’organizzazione della società, che per avvenire senza crisi, senza orrore e senza genocidi, impiegherebbe decenni.

La crisi artificiale
Il trucco si mette in atto con gli eventi del 11 settembre 2001, con la messa in scena ridicola organizzata disordinatamente per accreditare il cosiddetto "terrorismo islamico", completamente inventato e finanziato dal capitale occidentale.

A) I pretesti per le invasioni con bombe e cannoni

E da quell'evento si è cavato il pretesto per innescare una serie di guerre in medio oriente; le guerre, fatte con i bombardamenti, le invasioni e la criminale complicità di tutti i militari italiani, del governo italiano che cede le basi, e di tutti i collaboratori diretti e indiretti delle forze armate italiane, vogliono estendersi anche al resto del mondo, ovunque ci siano pozzi di petrolio o banche centrali da revisionare.

B) I pretesti per le legislazioni liberticide

E però, da quell'evento, si è cavato il pretesto anche per introdurre in Europa, e nel resto del mondo asservito supino, una serie di norme restrittive e liberticide che, in assenza di crisi drammatica, avrebbero richiesto altrettanti decenni di discussioni e contestazioni. Fra queste, la vigorosa adozione delle legislazioni fraudolente sul riciclaggio, sulla corruzione, sul finanziamento del terrorismo, sull'evasione fiscale, sulla criminalità organizzata, sul traffico di droga, sui delitti cibernetici, e altre prese per il culo sul tema delle possibili minacce alla cosiddetta "sicurezza", come se queste potessero derivare dai cittadini e non, come storicamente e precisamente accade, dagli enti di stato militari e paramilitari.

Organi inquirenti extraterritoriali e poco legali

È interessante notare che l'adozione vigorosa di questa legislazione ha carattere di extraterritorialità. Questo comporta che, anche se una presunta "minaccia alla sicurezza" statunitense viene individuata fuori dagli Stati Uniti, qualche agenzia del governo statunitense ha titolo per intervenire. Se talune operazioni finanziarie o bancarie di banche estere (dove le imprese bancarie o finanziarie sono collocate al di fuori del territorio degli Stati Uniti), sono considerate pericolose da talune agenzie del governo statunitense, dette imprese bancarie sono ugualmente soggette a vincoli di responsabilità legale.

C) I pretesti per le convenzioni sull'obbligo della collaborazione

Ancora da quell'evento si è cavato il pretesto per le agenzie di spionaggio occidentali di ratificare accordi internazionali molto variegati, un po' ovunque nel mondo, per richiamare l'obbligo degli Stati supini di collaborare con la raccolta delle informazioni su tutti i cittadini, sempre nell'intento di cogliere sul nascere anche solo il sorgere di un pensiero che possa costituire una "minaccia" o un "pericolo" alla "sicurezza".

D) La rete mondiale delle informazioni finanziarie
E consegue dal punto C che, per monitorare le possibili, presunte, violazioni che potrebbero essere commesse dalle banche straniere (in Europa e in Svizzera), da imprese e individui residenti fuori dagli Stati Uniti, le agenzie di spionaggio hanno speso decenni per creare un sistema (una rete) d'informazioni finanziarie globale. Questo sistema consente di monitorare tutti gli atti compiuti da individui ed aziende nel mondo, di registrarli e di immagazzinarli. Tutte le violazioni compiute, rispetto alle regole del gioco imposte inizialmente negli Stati Uniti, anche fuori dai territori che rientrano nella giurisdizione statunitense, sono memorizzati.

lunedì 21 ottobre 2013

Il mito del debito pubblico e la circolazione veloce

"Un turista si ferma in un piccolo alberghetto. Vorrebbe vedere le camere e e lascia 100 euro di cauzione. Quando il turista sale le scale, l’albergatore prende i 100 Euro, corre dal macellaio, e salda i suoi debiti. Il macellaio prende i 100 euro e corre dal contadino per pagare il suo debito. Il contadino prende i 100 euro e corre a pagare la fattura presso la Cooperativa agricola. Qui il responsabile prende i 100 euro e corre alla bettola e paga la fattura delle sue consumazioni. L’oste consegna la banconota ad una prostituta seduta al bancone del bar e salda così il suo debito per le prestazioni ricevute a credito. La prostituta corre con i 100 euro all’albergo e salda il conto per l’affitto della camera per lavorare. L’albergatore rimette i 100 euro sul bancone della ricezione. In quel momento il turista scende le scale, riprende i suoi soldi e se ne va dicendo che non gli piacciono le camere e lascia la città. Nessuno ha prodotto qualcosa. Nessuno ha guadagnato qualcosa. Tutti hanno liquidato i propri debiti e guardano al futuro con maggiore ottimismo." 
La versione intera della storiella è su un articolo del prof. Pantano: La verità sul debito pubblico, sul signoraggio e sulla moneta circolante

Il processo della circolazione monetaria

Caterina, con la storiella riportata, sintetizza il processo della circolazione monetaria. Sarebbe anche interessante approfondire come ci si sono arricchiti Soros ed "altri", appena accennati dal prof. Pantano, conoscendo questo meccanismo, e da dove e come sono spariti quei 57 mila miliardi di lire.
Chiarisce meglio, invece, il meccanismo della circolazione monetaria.
 

Il processo della circolazione del credito
Chi fa un versamento in banca, ha contestuale scrittura dell’importo nel suo conto corrente; lo stesso importo va anche nel deposito della banca, la quale lo vanta come tale e, disponendone per il lasso di tempo nel quale la somma giace depositata, lo usa a suo piacere. Esempi di come può essere usata la somma depositata: 

prestito di denaro a terzi;
mutui,
investimenti diretti (il grattacielo a Pechino, una banca minore in Malesia o in Basilicata, o un supermercato a Trento).
I 100 euro dell’apologo compiono un percorso velocissimo, tanto che il primo avventore dell’albergo rientra in possesso dei 100 euro e se ne va, ignaro di tutte le operazioni che si sono effettuate con il suo deposito di qualche minuto. Il prof. Pantano cerca il parallelo con Soros ma a me la spiegazione non è abbastanza chiara. E poi mancano i riferimenti concreti ai fatti specifici.

"George Soros, entrato in rapporti stretti e fiduciari con amici banchieri del suo giro di amicizie, poté godere di “lettere” surroganti vero denaro, con le quali effettuò acquisti vantaggiosi di beni materiali che aveva pre-fissato nella rivendita immediata a prezzo superiore a quello dell’acquisto. Operazione “allo scoperto” che normalmente è prerogativa degli agenti di borsa. Cioè : con lettere (veri pezzi di carta, autografati da un banchiere) acquistò immobili in paesi lontani, o partite di petrolio, o altri beni, dei quali preventivamente aveva organizzato la vendita a prezzo maggiore, e, sovente, appena dopo aver utilizzato quella lettera trasmessa via telex o via fax (oggi, con internet ed email, tutto è più rapido e fulmineo), ottenne il ritorno della stessa lettera, così che nell’arco di qualche ora la partita debitoria della banca di partenza tornò a pareggiarsi con risultato formale nullo".
L’alta finanza funziona in questo modo. E quando si sente strombazzare nei comunicati radio e tivù che la borsa ha guadagnato si deve automaticamente pensare a chi ha perso, giacché il maggior incasso di uno coincide con l’alleggerimento del portafoglio di un altro. E vice-versa.

Il mito del debito pubblico e le AM-Lire
Il mito del debito pubblico nasce, in Italia, con la seconda guerra mondiale, quando le truppe Alleate di invasione ed occupazione fanno dilagare le AM-lire – almeno per 640 miliardi di lire italiane (gli “storici di regime” sostengono che l’importo complessivo fosse di circa 240 miliardi di lire). Negli USA, si stampano le AM-lire già dal 1942, assai prima del 10 luglio 1943, data dell'invasione, perché chi è in posizione per decidere, sa già in anticipo che le forze armate USA occuperanno l'Italia. Le AM-lire circolano assieme al circolante monetario "di vero valore" che sorregge l’altra parte della penisola italiana, governata dalla Repubblica Sociale Italiana, alleata del Reich Germanico, in continuità della guerra contro gli Alleati.

Il cosiddetto piano Marshall

Poi, viene il momento dei “generosi aiuti" del popolo americano sotto la sigla del “piano Marshall”, che, però, sono compensati con addebiti di 1.200 milioni di dollari americani sottoscritti dai governi italiani del dopoguerra.
 

Nel 1948 entra in vigore in Italia la presente Costituzione
Entra in vigore la Costituzione dell'Ordinamento della Repubblica Italiana. Essa viene redatta, pubblicata e mandata ad effetto mentre l'Italia è ancora soggetta al comando delle forze armate vincitrici (A.M.G.O.T. – Allied Military Government Occupied Territories); 113 basi militari americane restano giacenti sul suolo italiano e sono ancora lì ai giorni nostri. 


(Vedi il mal redatto: basi militari USA fuori dagli USA; oppure fai uno studio un po' più attento sull'inventario dei beni immobili del dipartimento della difesa statunitense, redatto con l'anno fiscale 2007; quella è una fonte ufficiale e dichiara per esempio gli immobili e i terreni che possiede a migliaia presso le basi militari estere; se vuoi, ho anche trovato questo studio che pare onesto, anche se si dispiega in formulazioni astratte, complesse e tediose, esso cita una moltitudine di fonti ufficiali statunitensi. Da esso si cavano alcune nozioni che è utile ripetere.

a) I miliziani americani delle forze armate d'invasione e occupazione stanziati in Italia, tra il 1950 e il 2006, sono presenti in numero che oscilla fra i 10 mila e i 15 mila.

b) Gli "americani" fanno la guerra anche usando le basi italiane, (e il personale italiano, e gli ufficiali italiani e gli alti ufficiali italiani) che sono molto attive nell'invasione dell'Iraq, per difendere i forti dai deboli, e nei Balcani; la base di Aviano è uno dei principali punti di partenza per gli attacchi aerei nei Balcani (la guerra d’aggressione della Nato alla Repubblica Serba inizia il 24 marzo 1999; bombardamenti, solita tragica strage d'innocenti, impiego massiccio di uranio impoverito, massacri di civili innocenti, mascherati con la balla del “volto umanitario” che serve a convincere gli allocchi e i militari - anche italiani - di tutte le categorie che, direttamente o indirettamente, sono colpevoli di questi crimini delle Potenze Occidentali. Slobodan Milošević viene venduto come un “dittatore” - come altri prima e dopo di lui - perché si è opposto ai grandi usurai delle banche centrali, girovaghi che hanno sedi presso i più stupendi paradisi fiscali, con le loro società offshore, avvezze alla competizione fiscale e alle medicine forti del Fondo monetario internazionale, - FMI - e della Banca mondiale).

c) La base aerea di Ghedi (1951) e la caserma Ederle di Vicenza (1955) si sviluppano in un clima di contrapposizione con la gran presa per il culo del comunismo, del finto possibile nemico sovietico ed all’interno di una "strategia di deterrenza nucleare"; anche questa tesi ammette la presenza delle testate atomiche in Italia, uno degli Stati Armati di testate atomiche ma non dichiarati; missili nucleari puntati a oriente, presenti nelle basi americane in Italia, che dovrebbe essere uno stato non armato, non nucleare e addirittura privo di energia atomica per uso civile, perché denuclearizzato per referendum popolare. Si legge infatti a pagina 127: "Attualmente 90 ordigni nucleari dovrebbero essere presenti nelle basi di Aviano e di Ghedi".

d) Gli investimenti in basi e armamenti statunitensi incrementano in Italia, come anche nel resto del mondo, in rapporto alla guerra che si è voluto fare per dieci anni, ammazzando generazioni di contadini indifesi in Viet-Nam, ad inizio degli anni '60.

e) Dopo la fine della presa per il culo della guerra fredda, si è voluto abbattere il muro di Berlino. E però le basi americane sono rimaste tutte.

f) Sulle figure della tesi si contano circa 72 cerchietti colorati, e non 113, corrispondenti alle basi militari ad uso diretto o indiretto statunitense.


In questo ultimo documento, lavoro fatto da Natalino Ronzitti del IAI, poi, si citano le dichiarazioni di A. Parisi, ministro della difesa nel settembre 2006, che dice in Camera dei Deputati di sapere di sole 8 basi USA in Italia. Anche qui si ammette che "Nelle basi Usa in Italia dovrebbero essere stanziate circa 90 testate atomiche, site nelle basi di Aviano e Ghedi Torre, Brescia.

(Vedi anche: Paolo Cotta Ramusino, “La presenza di armi nucleari in Italia”, Uspid, 1996 e, più recentemente, l’interrogazione a risposta scritta della senatrice Tana de Zulueta al presidente del Consiglio e al ministro della difesa, in data 10 febbraio 2005. Cfr. anche Kristensen, US Nuclear Weapons in Europe, Natural Resources Defence College, Washinton, DC, 2005).

E il debito pubblico chi l'ha inventato?
Oltre a tutto ciò, cioè, oltre che a tenersi le basi militari degli invasori e le loro 90 testate atomiche, la Repubblica Italiana è costretta ad un debito pubblico ufficiale che si incrementa sempre più in forza di impegni debitori sottoscritti da tutti i governanti italiani.

Come fottono gli usurai
Nessuna banca – nemmeno la banca centrale - ha forma e sostanza istituzionale; sono tutte società per azioni o società di capitali a responsabilità limitata che non emettono scontrini fiscali e fatture per le loro esosissime prestazioni, e che redigono autonomamente i bilanci, certificati in proprio da “revisori dei conti” loro propri.

Il sistema bancario è coinvolto in qualsivoglia transazione
Il sistema bancario lucra su tutto ciò che tutti possiedono e su tutte le transazioni che ciascheduno compie. Tutte le operazioni che comportano scambi di denaro sono gestite dalle banche. Il sistema bancario ha masse monetarie liquide, delle quali tace l’entità, lucra a cascata sul sistema creditizio.

Il sistema del debito, detto sistema creditizio

Il sistema creditizio è quel sistema in cui si emette denaro inventato dal nulla, lo si cede a prestito dalla banca centrale agli enti di stato, in cambio di titoli di stato; e poi via via viene prestato e ri-prestato da un soggetto all'altro, da una banca all'altra, in una catena debitoria senza fine. È un sistema del debito, ed è introdotto proprio dall'invasione statunitense del 1943; dopo di allora viene consolidato e ri-affermato di anno in anno, di governo in governo, di legislatura in legislatura.

Cosa faceva di meglio la Repubblica Sociale Italiana
Dalla metà di settembre 1943 al 28 di aprile 1945 buona parte del territorio italiano è governato dalla Repubblica Sociale Italiana (che viene indicata erroneamente come “Repubblica di Salò”).
Nonostante la guerra distruttrice, il governo di allora non si sogna neppure lontanamente di vessare i cittadini con imposizioni fiscali eccessive e straordinarie. Il Ministro delle Finanze designato dal Capo dello Stato (Stato che opera in vista di Assemblea Costituente, da convocarsi a guerra finita, incardinato su 18 punti programmatici fissati a Verona durante il Congresso del Partito Fascista Repubblicano) è il professore dell’università di Napoli Domenico Pellegrini Giampietro, docente di economia politica e con esperienza di alcuni mesi del 1943 nella qualità di sottosegretario alle Finanze. Il Ministro Pellegrini Giampietro fu costretto a commissariare la Banca d’Italia, in conseguenza dell'abbandono del governatore Azzolini. Commissariando quel ruolo, il Ministro, mediante legittimo decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, abroga tutti i ranghi direttivi della banca ed i criteri di “autonomia esterna” della stessa, ponendola a totale dipendenza dello Stato, con conferimento a favore della comunità nazionale sia della enorme massa di denaro liquido in essa giacente, sia della riserva aurea dalla banca custodita, che la banca considera – come anche oggi accade – di proprio dominio e proprietà, mentre la riserva aurea sono realmente di proprietà dello Stato e dei cittadini.
Con tale attività il nord dell’Italia ha bilancio ufficiale dello Stato attivo di 20,9 miliardi di lire. Attivo che, a guerra finita, controbilancia la voragine passiva del “regno del Sud”, creata dalla inconsistenza di potere del regno stesso (esautorato dallo AMGOT) e dalla massa inflattiva di AM-lire diffusa dagli occupanti.
 

Grazie per le bombe e poi per l'assoggettamento finanziario
La guerra produce con malizia torti e danni subiti dalle moltitudini, a causa di bombardamenti devastanti e distruttivi effettuati dalle forze statunitensi sulle quali, poi, si dà da intendere di aver ricevuto la grazia della democrazia, della libertà fittizia. Con questa balla della democrazia e della libertà fittizia si ammanta un assoggettamento finanziario che, a cascata, comporta, dopo 67 anni, un debito altrettanto fittizio ed infinito a carico di 60 milioni di cittadini, liberi solo nelle loro apparenze.


La morale che cava il prof. Pantano, che decanta la presa di possesso della banca d'Italia da parte della cosiddetta "repubblica di Salò" ma che non dimostra che ciò sia stato fatto da Mussolini prima della guerra, come invece accenna, anche lui senza spiegare i dettagli, proprio Ezra Pound, si riassume così:


1 la circolazione monetaria non ha bisogno di condizionamenti e salassi da parte della attività bancarie private tutte;


2 i “buchi di bilancio” si sanano con corretta sovrintendenza dello Stato, quando questo è gestito da uomini seri e corretti (quali?);


3 le esigenze dei cittadini TUTTI devono essere – nell’ambito di sano orientamento sovrinteso dallo Stato - assecondate, al fine di non avvilire l’esistenza di alcuno;


4 se uno Stato denuncia passivo di bilancio, questo deve essere dimostrato con indicazione chiara di OGNI CREDITORE, che documenti il suo ruolo in maniera legittima.

È tutto condivisibile ma resta vago; non ci sono dettagli né fatti specifici, corroborati da documenti specifici, sul come il debito pubblico sia nato e sui protagonisti della sua evoluzione storica di questi ultimi 70 anni. Inoltre non si dice nulla su come veniva gestita la banca d'Italia durante il ventennio fascista. Anche lo stesso Ezra Pound lo dice, elogia l'asse Roma-Berlino e la rivoluzione contro i grandi usurai; ma non dà importanti dettagli, né esempi concreti, né fatti e attori specifici. Non fin qui.

martedì 15 ottobre 2013

Seychelles, paradisi terrestri e fiscali extra-territoriali

L'ordinamento delle Seychelles è orientato da una visione dinamica della crescita economica e del benessere sociale. In linea con questa strategia di progresso e di accrescimento economico e morale, il governo dell'arcipelago ha impiegato le sue risorse in numerosi investimenti nell'istruzione pubblica, nella sanità pubblica, nell'edilizia abitativa pubblica e in altri settori e servizi fondamentali, per anni.  

Nonostante i molti limiti legati alle ridotte dimensioni delle sue isole, lo Stato delle Seychelles sta facendo tutto il possibile per gestire lo sviluppo economico e sociale, con il dovuto riguardo per l'ambiente, e può essere considerato un paese esemplare che ha intrapreso un percorso di sviluppo sostenibile. Esso è in costante e inarrestabile movimento in avanti, realizzando la più moderna tecnologia e il suo unico, vibrante, dinamico mix di popoli e culture diverse.


Alla fine del 2008, le Seychelles hanno intrapreso un programma d'investimenti e un complesso onnicomprensivo di riforme, con il sostegno del Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca africana di sviluppo.

A poco più di un anno dall'inizio del programma di riforma, le Seychelles hanno liberalizzato con successo il regime di scambio, con la rupia stabilizzata, e sono ben sulla buona strada per essere annoverate tra gli stati con le migliori pratiche di politiche monetarie prudenti. Aggiustamenti di bilancio significative, con sostanziale consolidamento del debito, e di soccorso sono stati anche parte dei successi delle ampie riforme avviate in collaborazione con le altre parti interessate.


Ci sono le condizioni ideali per le Seychelles; potranno ora riprendere un percorso di crescita e non vi è la necessità di entrare in contatto con investitori e di prendere in considerazione nuove strade, come si comincia ad esplorare nuovi mercati per continuare gli sforzi per diversificare ulteriormente l'economia, in linea con la riduzione del ruolo di l'attività del settore privato di Stato e incoraggiante.

martedì 10 settembre 2013

Come lo Stato spende senza causare inflazione

Recessione ed eccessi di prelievo fiscale
Estorcere denaro dal contribuente, carpire una dichiarazione dei redditi e sottrarre, con la forza e con l'inganno, sostanze alle famiglie e alle imprese, può essere visto come uno stratagemma per consentire al governo di uno Stato di procedere con la spesa pubblica senza causare inflazione. Quando una parte del nostro reddito è evaporato in imposte e tasse, rimaniamo in condizioni di acquistare meno prodotti e servizi rispetto a quelli che sono disponibili sul mercato interno e di cui avremmo bisogno. Quella parte di prodotti/servizi di cui avremmo bisogno ma che non possiamo più comprare, possono essere acquistati dal governo dello Stato senza che il totale della spesa (quella nostra, privata, e quella dello Stato, pubblica) sia superiore al totale dei prodotti e servizi messi a disposizione dall'offerta, in un dato momento,  in un dato sistema economico. Tuttavia, se il governo dello Stato estorce troppo denaro dal contribuente dissanguato, per far fronte alle spese dello Stato, la spesa complessiva non è sufficiente per assicurare che il totale dei prodotti e servizi offerti venga assorbito dalla domanda.

Se, più avanti, non si vende ciò che si produce, si iniziano a perdere posti di lavoro; da ciò, dalla disoccupazione, deriva una minore capacità di spesa che, a sua volta, comporta un ulteriore calo di vendite dal quale consegue un ulteriore aumento di disoccupazione e l'economia entra in una spirale discendente che chiamiamo comunemente recessione.

Spesa pubblica (sociale) o spesa militare?
Il governo dello Stato fa queste cose, per fornire le infrastrutture pubbliche. La cosiddetta "spesa pubblica", comprende, soprattutto e prima di tutto, le spese militari, le spese per la distruzione delle vite umane, delle risorse, della ricchezza prodotta, che non deve essere distribuita, e per la "guerra". Secondariamente, le spese riguardano anche il mantenimento dell'apparato burocratico e militare dello Stato. Per il giusto ammontare della spesa pubblica, che dobbiamo presumere sia necessaria per gestire la nazione, quanto elevate dovrebbero essere le imposte? Il "giusto" ammontare della spesa pubblica ha a che fare con decisioni politiche, e di politica economica, che, se intese nella maniera corretta, non hanno niente a che vedere con le finanze dello Stato. (Vedi la spiegazione di Warren Mosler sulla copertura finanziaria della spesa pubblica). Il costo reale per gestire l'apparato dello Stato è il costo reale dei beni reali e dei servizi reali che l'apparato impiega (le ore lavorate, i carburanti, i materiali, l'energia elettrica, l'acciaio, la fibra di carbone, gli hard drive, eccetera) e che, altrimenti, sarebbero offerti alla domanda privata e metterebbero a disposizione di famiglie ed imprese maggiori quantità di beni e di servizi, arricchendo ed accrescendo l'economia e la popolazione. E così, quando lo Stato assorbe una gran parte di risorse per gli scopi propri di chi gestisce i burattini ai governi, restano ben pochi beni e servizi ad arricchire il resto della società e i cittadini di quello Stato.

Il sistema monetario dello Stato è solo uno strumento
Per esempio, dato il costo reale delle forze armate che si vogliono ordinate della "dimensione e misura giusta", con un sufficiente numero di donne e di uomini armati e pronti ad uccidere, un cospicuo numero di lavoratori, ingegneri, tecnici, sindacalisti, "contoterzisti", che lavorano per i complessi dell'industria militare, dei carri armati, delle navi da guerra e dell'industria aerospaziale, rimangono pochi lavoratori impegnati a produrre beni e servizi utili all'accrescimento della ricchezza dei beni disponibili sul pianeta. Si produrrà meno cibo, meno automobili, meno medicina, meno case, e meno tante altre cose di cui le creature umane hanno più bisogno per sopravvivere degnamente. E allora bisogna prima decidere la "grandezza" delle infrastrutture pubbliche che si vogliono realizzare, ragionando onestamente sul rapporto fra costi e benefici, e non sulla questione della copertura finanziaria, che è una presa per il culo. Dopodiché, il sistema monetario è solo lo strumento che possiamo usare per realizzare i nostri reali obiettivi politici ed economici. Dopo aver deciso cosa dobbiamo spendere per avere un apparato statale delle dimensioni che abbiamo stabilito precedentemente, possiamo aggiustare i livelli dell'imposizione fiscale in modo tale da poter avere, tutti, abbastanza potere d'acquisto per comprare cosa è rimasto disponibile dal lato della domanda interna dopo gli acquisti di beni e servizi fatti con la spesa pubblica.

Imposte che prelevino una percentuale inferiore di ricchezza

In generale, dovremmo aspettarci che le imposte prelevino dalle tasche dei già oltraggiati e dissanguati contribuenti, una percentuale di ricchezza inferiore rispetto alla proporzione della spesa pubblica. Infatti, per esempio, Warren Mosler, quando  spiega la moderna meccanica monetaria - la cosiddetta MMT - prevede che un disavanzo di bilancio del 5% sul prodotto interno lordo, possa essere la norma; e, nel sistema attuale degli Stati Uniti d'America, secondo lui, ammonterebbe a 750 miliardi di dollari all'anno. In ogni caso quel numero lo dà senza attribuirgli troppa importanza; potrebbe essere superiore o inferiore a seconda delle circostanze. Ciò che conta per Mosler è chiarire che lo scopo di imposte e tasse (le quali imposte e tasse, secondo la rigorosa scuola empirica del prof. Giacinto Auriti, sono altresì prive di fondamento giuridico, dato che la caduta del diritto tributario discende come prima conseguenza dalla dimostrazione del valore indotto della moneta) è quello di bilanciare l'economia, facendo in modo che non soffra di accelerazioni di crescita troppo brusche o di rallentamenti troppo drammatici.

Aumentare la spesa pubblica o diminuire l'oppressione fiscale
E perciò, non si vorrebbe mai aumentare la dimensione dell'apparato dello Stato per aiutare l'economia a superare un rallentamento della crescita. Perché, è vero che aumentando la spesa pubblica, durante una fase di recessione o di rallentamento della crescita, si aggiustano i numeri; ma è altresì vero che si ottiene un risultato molto più produttivo con la dovuta e proporzionale riduzione d'imposte, tasse e tributi, tanto ampia da consentire il ripristino della spesa privata fino alla grandezza di spesa desiderata.

Imposizione fiscale: atto intimidatorio per forzare il valore indotto della moneta

La spiegazione di Mosler sbatte contro la rigorosa disciplina empirica della moneta e del credito del professor Giacinto Auriti, il quale, purtroppo, ci ha lasciati nel 2006, perché sostiene che, in assenza di tassazione, in assenza di estorsione forzosa di tributi, imposte e tasse da parte dello Stato, i cittadini non avrebbero alcuna motivazione (indotta con la forza, la minaccia, il ricatto e l'inganno) ad accettare quella specifica moneta come mezzo di scambio; e ciò forse non contraddice neppure la tesi del prof. Auriti; infatti, il valore indotto (il valore convenzionale) si ha nel momento dell'accettazione della specifica moneta come mezzo di scambio, da parte di chi la usa; ma cosa spinge i cittadini ad accettare un mezzo di scambo piuttosto che un altro, in assenza di controvalore in riserva aurea ovvero in assenza di taglieggiamento fiscale? E allora possiamo concludere che, secondo la lucida analisi di Mosler, tributi, imposte e tasse, servono, più che a regolare l'economia, ad assicurare il valore indotto della moneta nominale, che è assolutamente priva di valore intrinseco, quantomeno dal 1971, data in cui è stato unilateralmente abolito dal burattino Nixon il cosiddetto Gold Standard; e cioè, in definitiva, ad obbligare i cittadini ad accettare con il ricatto, la minaccia e la frode, una moneta di corso legale forzoso che potrebbe diversamente non accettare; soprattutto, considerando le condizioni di usura sistematicamente imposte dal sistema creditizio che vengono giù a cascata, direttamente, dal sistema delle banche centrali degli stati e dalla banca centrale del mondo. Mosler sostiene esplicitamente che:

"nulla verrebbe neppure offerto in vendita in cambio della moneta nominale"


in assenza del taglieggiamento fiscale che ne impone il corso "legale" forzoso.

mercoledì 31 luglio 2013

Difendere i forti dai deboli: rapporto fra guerre e crisi finanziaria dinamica

Militari di Stati Uniti e Regno Unito invadono l'Afganistan nel 2001 e l'Iraq nel 2003 (nonostante che per ammissione dello stesso burattino G.W. Bush non avessero nulla a che fare con gli attentati del terrorismo artificiale dell'undici settembre, nonostante che, per ammissione dello stesso burattino G. W. Bush, non disponessero di nessun'arma di distruzione di massa), ammazzano migliaia di vittime innocenti e distruggono le infrastrutture pubbliche. Guerra e globalizzazione mano nella mano.




Dopo 13 anni di sanzioni economiche, la guerra dà il colpo di grazia alla popolazione dell'Iraq. Globalizzazione e guerra vanno mano nella mano. L'Iraq possiede l'11% di ciò che si stima siano le riserve mondiali di petrolio e l'area confinante, la regione medio orientale centro asiatica che va dalla punta della penisola araba fino al mar Caspio, comprende un altro 70% circa, delle riserve petrolifere e dei giacimenti di gas naturale del pianeta. In seguito all'invasione, l'economia irachena è sotto la giurisdizione delle forze militari d'occupazione, guidate dal generale Jay Gardner, ora in pensione, che è anche stato presidente di una delle maggiori imprese di produzione di armamenti americane.

Da ciò deriva subito che:

a) In collegamento con l'amministrazione statunitense e il Club di Parigi dei creditori ufficiali, il FMI e la Banca Mondiale sono in procinto di svolgere un ruolo chiave nella ricostruzione dell'Iraq del dopoguerra;

b) il dollaro americano viene imposto all'Iraq come moneta a corso forzoso, in un regime simile a quello imposto alla Bosnia-Herzegovina sotto l'accordo Dayton del 1995 (la cui guerra è stata a sua volta creata artificialmente da CIA e associati usando il pretesto del terrorismo artificiale denominato Al Qaeda);

c) in cambio dei privilegi che derivano dai punti "a" e "b", le estese riserve petrolifere irachene sono prese in consegna dalle compagnie petrolifere anglo-americane. La spirale del debito estero dell'Iraq è il pretesto per il suo saccheggio economico su cui si ha la supervisione ufficiale di IMF e Banca Mondiale, per dare un'immagine di legalità e di legittimità dell'operazione.

d) La macchina da guerra anglo-americana dispiega la sua influenza in un'area che si estende dal Mediterraneo fino ai confini occidentali della Cina "comunista".

Guerre di conquista e crisi economica mondiale
L'assalto furioso guidato dagli Stati Uniti d'America al medio oriente ha un impatto diretto sulla crisi economica del pianeta dominato. Le risorse economiche degli Stati Uniti sono state riconvertite verso il finanziamento del complesso industriale militare e rinforzando le spese per la sicurezza interna a scapito del finanziamento di programmi sociali tanto necessari, che sono stati ridotti all'osso.

Tra le tante pazzie che sono state dispensate dai vertici degli stati coinvolti nella tragica farsa dell'undici settembre del 2001, attraverso una massiccia campagna propagandistica, la traballante legittimità del cosiddetto sistema del cosiddetto "libero mercato globale" viene rinforzata, aprendo le porte ad una nuova ondata di deregolamentazioni e privatizzazioni subitanee, con il risultato che le corporazioni, private e straniere, si prendono in gestione tutti i pubblici servizi e le infrastrutture statali (inclusi: sanità, elettricità, acqua e sistema dei trasporti).

e) Nel frattempo, negli Stati Uniti d'America, in Canada, nel Regno Unito e in gran parte degli stati dell'Europa occidentale, il quadro normativo, il sistema legale degli Stati e delle società europee, è stato completamente revisionato. Annullati i principi di legalità, le fondamenta di un apparato statale autoritario emerge con pochissima, quasi nulla, resistenza organizzata da parte della società civile.

f) Il potere delle corporazioni si concentra, le economie nazionali collassano, la disoccupazione aumenta in tutto il mondo occidentale, il mercato finanziario è in confusione, sommosse, carestie (Africa sub-Sahariana, Asia meridionale, e parte di America Latina), guerre civili fermentano in molti stati vicini e il sistema di tutela del cosiddetto "stato sociale" viene smantellato negli stati dell'Europa occidentale. 


Dopo aver compreso che la tragica farsa dell'undici settembre (la quale ha prodotto la demolizione controllata di tre grattacieli, la strage di più di tremila innocenti ammazzati e polverizzati con il resto delle macerie) serve solo a pretesto per l'eccidio delle guerre in medio oriente, non basta dire: "cazzi degli americani"; per cercare di salvarsi, bisogna sforzarsi di indagare più a fondo. È stato un lavoro fatto dall'interno, chiaro. Ma per che motivo? E in che modo questa messa in scena influisce sulle nostre vite?

La prima conseguenza, il giorno dopo, il dodici settembre, è la decisione d'invadere l'Afganistan. Organizzare una invasione del genere non è lavoro di una settimana; la guerra era pronta già da qualche anno; si trattava solo di fare le cose alle scadenze prefissate. Lo stesso giorno, e nei giorni successivi, sulla stampa, anche sulla stampa italiana, i due burattini della casa bianca di quel momento, Cheney e Bush, rilasciano dichiarazioni esplicite circa un prossimo stato di guerra alla quale la coalizione degli alleati (volontari e non) avrebbe dovuto partecipare e che sarebbe durato cento anni, almeno. Gli stati da aggredire sono:

Afghanistan,
Iraq,
Libano,
Siria,
Iran,

gli stati che, secondo il ridicolo racconto proposto dalla versione data in pasto alla stampa ufficiale, ospitano i terroristi criminali più attivi e più assetati di sangue. Si tratta in realtà di una guerra fatta con armi fantascientifiche contro pastori di capre e beduini senza cammelli, che vengono ammazzati a migliaia.

E il motivo?

La prima ragione è quella più ovvia: il petrolio; si ammazza per rapinare le risorse petrolifere, quella parte di risorse che forse non avevano ancora preso, visto che da sempre il petrolio spillato dal medio oriente, e dalla Russia, e dal Sud America, viene estratto, raffinato e distribuito solo da imprese occidentali, i conglomerati dell'industria petrolifera anglo-americana. 

Vale la pena di notare che anche Gaza (che legalmente appartiene alla Palestina) ha dei vasti giacimenti di gas. C'è poi da ricordare che alcuni attori della finanza internazionale sono anche in posizione chiave negli apparato politico israeliano, come per esempio, Stanley Fischer è stato vice presidente della divisione "economie in via di sviluppo" della Banca Mondiale, poi è stato primo vice direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (IMF), poi vice presidente alla Citigroup ed infine governatore della Bank of Israel, dove rimane fino al prossimo infarto. Questi attori di grosso calibro hanno uffici a Wall Street, e determinano i fatti che ci riguardano, con collaborazione di grandissima parte di noi.


I soggetti criminali interessati da questa indagine sono
:

a) Gli agglomerati petroliferi anglo-americani (BP, British Petroleum è fusa con le american oil company); Total Fina El e il conglomerato russo.

b) I complessi dell'industria militare, gli appaltatori più importanti della cosiddetta "difesa":

Lockheed Martin Corporation (LMT),
The Boeing Company (BA),
Northrop Grumann
General Dynamics Corporation (GD),
Raytheon
British Aerospace;

c) conglomerati bio-tecnici, che posseggono i "diritti" sulle "proprietà intellettuali" sulla ricerca e produzione generica strategica; gli OGM sono una parte di questo sistema ma anche la produzione di batteri, virus, veleni, gas, pesticidi, diserbanti, defoglianti e altri agenti tossici per la guerra biologica e chimica;

d) le compagnie di punta dell'industria dell'informazione, dell'intrattenimento e della comunicazione, che hanno la stessa, identica, disposizione alla trivialità, sia che si tratti di fuorviare sui fatti che riguardano l'economia politica e la scienza delle finanze,  sia quando si tratta di alienare le verità sulle guerre nelle quali siamo tutti coinvolti in Medio Oriente. 
 
e) Le corporazioni finanziarie di Wall Street che finanziano tutti i soggetti contrapposti in guerra e ingrassano indebitando vincitori e vinti, oltre che sviluppando prodotti finanziari privi di valore come i "derivati". Esattamente come gli assassini sono presentati come vittime a Gaza, così le banche d'affari multinazionali sembrano le vittime della speculazione finanziaria; in realtà i risparmi e la ricchezza prodotta dal mondo economico produttivo sono stati indebitamente sottratti ai legittimi possessori, con le tecniche fraudolente dei cosiddetti "strumenti finanziari derivati".


Le crisi non sono il risultato di movimenti o eventi spontanei

Le crisi sono la conseguenza della manipolazione finanziaria che si permette con la deregolamentazione del sistema finanziario, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, la quale si accentua maggiormente in America dall'introduzione del financial services modernization act, del 1999; l'economia finanziaria ha la capacità di far fallire l'economia reale, paralizzando le catene del credito...

la speculazione finanziaria e valutaria produce variazioni verso l'alto e verso il basso senza necessariamente comprare o vendere, basta far circolare la giusta disinformazione in ambito finanziario; dietro questo processo ci sono interessi potenti che hanno i mezzi per prevedere e determinare gli eventi.

mercoledì 24 luglio 2013

Società offshore: procedura di costituzione con IBC

Una società offshore è semplicemente una società costituita in uno Stato estero. È piuttosto comune indicare con il termine società offshore, società offshore collocate in paesi esteri con condizioni fiscali più ragionevoli rispetto alle nostre.

Parecchi stati offrono opportunità di creare società offshore soggette ad imposizione fiscale bassa o prossima allo zero; Hong Kong è certamente una delle soluzioni più organizzate e sicure per costituire una società offshore; altri esempi di paesi con condizioni fiscali favorevoli alla tutela del risparmio che invitano investitori stranieri a costituire società offshore sono: Samoa, Seychelles, Isole Vergini Britanniche, Isole Marshall, Vanuatu, Regno Unito, Nuova Zelanda, Stati Uniti d'America, Portogallo, Austria, Olanda.

Ovviamente, la società offshore di Hong Kong rimane la scelta privilegiata per molti imprenditori della piccola e media impresa in cerca soluzioni leggere ed efficaci.
Costituire una società offshore serve naturalmente a ottenere sgravi sulla dura imposizione fiscale e a salvare i propri sudati risparmi; ma, oltre a ciò, creare una società offshore dà una moltitudine di altri vantaggi, fra i quali: la semplificazione della burocrazia, l'accesso a servizi rapidi ed efficienti, l'ottimizzazione dei costi di gestione, la riservatezza reale sui propri movimenti bancari, la protezione del patrimonio, e si potrebbe andare avanti a lungo sui molteplici ulteriori vantaggi per chi costituisce una società offshore e per chi costituisce società offshore a Hong Kong.

Nei confronti degli stati a fiscalità contenuta, che, in quanto tali, attirano gli investimenti di soggetti residenti in stati con regimi fiscali più rigidi (in alcuni dei quali, come l'Italia, la pressione fiscale è stata esasperata per decadi ed è fra le più elevate del mondo), è da sempre in atto una sconveniente e inappropriata politica di criminalizzazione da parte dei giornalisti poco avveduti, e degli stessi governi di quegli stati, i quali non riescono in nessuna maniera a percepire il fatto semplicissimo che ciò che sposta i capitali all'estero sono le migliori condizioni di sopravvivenza degli stessi capitali; non ci si vedrebbe costretti ad elidere il fisco e a costituire una società offshore se il clima fiscale fosse ragionevole, poco opprimente, favorevole allo sviluppo economico e basato su procedure semplici ed accessibili come è per le società offshore; ciò può valere per gli investimenti come per i risparmi.

Sulle società offshore, inoltre, va ricordato che, nonostante le leggende delle cosiddette "liste nere" dei paesi con sistemi fiscali razionali e contenuti, è perfettamente legale costituire una società offshore e resta attualmente legale per un soggetto residente in qualsiasi stato creare e utilizzare una società offshore.

La costituzione di Società offshore è strumentale spesso ai fini di protezione dei beni patrimoniali; la società offshore viene utilizzata come veicolo per la costituzione di trust, le società offshore divengono destinatarie di valori mobiliari e immobiliari, le azioni delle società offshore vengono poi destinate in Trust a fini di tutela del patrimonio e dello scopo sociale del Trust.

La cessione di quote azionarie nei cosiddetti paradisi fiscali avviene con elevata velocità di circolazione. Il sistema di common law su cui sono basate la maggior parte delle società offshore determina una semplicità di gestione senza paragoni; la contabilità è spesso nulla, in quanto la maggior parte dei paesi presso i quali sono collocate le società offshore sono paradisi fiscali.

Società off shore di nuova costituzione "tailor made company"
(operativa in 14 giorni lavorativi)

Giorno 1
Il Cliente trasmette una serie di informazioni ad IBC: Indirizzo, copia del passaporto e della carta d'identità di almeno un azionista e un direttore (i due ruoli possono anche essere ricoperti da una sola persona fisica), 3 ipotesi di nomi (ragione sociale) da attribuire alla nuova società (in ordine di preferenza), un acconto del 50% sulle competenze concordate.
I clienti possono inviare una e-mail a: info@iibca.com con le seguenti informazioni:

3 nomi da attribuire alla società in ordine di preferenza.
Titolare o socio
• Cognome
• Nome
• Numero di passaporto
• Nazionalità
• indirizzo di residenza
•% della partecipazione di ogni azionista
Direttore
• Cognome
• Nome
• Numero di passaporto
• Nazionalità
• indirizzo di residenza
Il preposto che avrà la firma autorizzata in banca; indicare se avrà potere di firma singolarmente o congiuntamente:
• Cognome
• Nome
• Numero di passaporto
• Nazionalità
• indirizzo di residenza
I documenti dovranno esserci inviati in copia via posta per garanzia di correttezza della modulistica.

Giorno 3
IBC confermerà al cliente se il nome scelto potrà essere usato.
IBC invierà al cliente i documenti per le firme.


Giorno 4
Il Cliente vorrà rispedire indietro i documenti firmati ad IBC per l'elaborazione, congiuntamente all'effettuazione del versamento del saldo.

Giorno 14
I documenti saranno disponibili al cliente:
Certificato di costituzione. (CI)
Business Registration Certificate (Certificato di registrazione dell'impresa).
Quando i due certificati sono disponibili, il cliente è già in grado di operare e di intraprendere qualsivoglia attività commerciale o logistica prevista nello statuto dell'atto costitutivo la sua società.

Giorno 18
Saranno disponibili per il cliente i kit di società (timbri, sigilli, libro dei soci e registri amministrativi)
Nota importante
Il tempo necessario è espresso in giorni lavorativi, non giorni di calendario.
Esiste una procedura accelerata che può ridurre i giorni lavorativi a 7 ma comporta una serie di costi aggiuntivi.
L'intero processo di costituzione e di servizio termina qui. L'azienda di nuova costituzione è in grado di operare nel giro di 14 giorni.

 2 - Ready Made Company (operativa in 3 giorni lavorativi)

Giorno 1
Il Cliente sceglie l'azienda che vuole acquisire in base al nome, all'anzianità e a una serie di altri parametri facoltativi da una lista di imprese inattive messa a disposizione dall'autorità competente.
Il Cliente trasmetterà ad IBC alcune informazioni necessarie per la preparazione dei documenti, esse comprendono: indirizzo, copia del passaporto e della carta d'identità di almeno un socio/titolare e di un Direttore; le due figure possono essere rappresentate anche qui da una sola persona fisica.
Il nome dell'azienda scelto dalla lista aziende fornita.
Il pagamento integrale delle imposte di registrazione e delle competenze per il servizio annuale è obbligatorio.

Giorno 3
IBC invierà il certificato di incorporazione e i kit di società (timbri, sigilli, libro dei soci e registri amministrativi)  al cliente.
Quando il Certificato di incorporazione è disponibile per i cliente, egli è già in grado di utilizzare l'azienda per operare ed intraprendere qualsiasi transazione commerciale compresa nel suo statuto, anche se qualche processo di registrazione sarà completato nei giorni successivi.

I clienti vorranno inviare una e-mail a: info@iibca.com con le seguenti informazioni:
Nome della società prescelta.

Titolare/Socio
• Cognome
• Nome
• Numero di passaporto
• Nazionalità
• indirizzo di residenza
•% della partecipazione di ogni azionista

Direttore
• Cognome
• Nome
• Numero di passaporto
• Nazionalità
• indirizzo di residenza
Operatore preposto all'interazione con le banche: Chi sarà autorizzato a firmare, singolarmente o congiuntamente.
• Cognome
• Nome
• Numero di passaporto
• Nazionalità
• indirizzo di residenza
I nostri clienti vorranno inviare copie dei passaporti e degli altri documenti anche via posta a garanzia della corretta compilazione dei documenti necessari.
IBC invierà i documenti al cliente per la firma.
Il Cliente vorrà rispedire ad IBC i documenti firmati per l'elaborazione.
IBC invierà al cliente i documenti elaborati e il certificato di registrazione delle imprese.

L'intero processo di integrazione e di servizio termina qui in 6 giorni lavorativi ma l'impresa di nuova costituzione può già operare dal terzo giorno lavorativo successivo alla data della prima presentazione dei documenti e del versamento delle competenze.

Gestione amministrativa e formalità obbligatorie.
IBC gestisce per i suoi clienti anche le formalità annuali e gli adempimenti burocratici a scadenza fissa. A Hong Kong, ogni società deve depositare un documento di dichiarazione dei redditi su base annua (In Cina, il deposito della documentazione fiscale è su base mensile). La maggior parte dei clienti utilizza la data del 31 / 3, che coincide con la fine dell'anno fiscale (per far collimare le date con le scadenze del governo, ma in realtà ogni impresa è libera di scegliere qualsiasi altra data). Naturalmente, per le piccole e medie imprese, il lavoro di contabilità e revisione contabile viene fatto una volta l'anno.
Alcune formalità annuali obbligatorie per una società a responsabilità limitata registrata a Hong Kong sono le seguenti: obbligo di registrazione delle imprese (OAE) e rinnovo annuale della registrazione delle imprese, obbligo di registrazione presso Company Registry (CR). Occorre predisporre un rendiconto annuale, anche se non è intervenuto nessun cambiamento durante l'anno sui fatti della gestione, per esempio anche se non sono stati modificati il capitale, uno o più soci o uno o più direttori della società.
Durante l'anno, qualsiasi modifica delle quote di capitale conferite, assunzione o licenziamento di direttori, subentro di soci o altro, deve essere depositata presso il CR. Le informazioni devono essere archiviate e pronte per gli organi pubblici di verifica al fine di tutelare gli interessi della società e dei terzi.

Inland Revenue Department (IRD)
Rendiconto di dichiarazione dei redditi per l'IRD

Profit Tax - una volta all'anno, imposta sui redditi d'impresa, solo per le aziende che operano transazioni commerciali all'interno dell'area giurisdizionale di Hong Kong. I redditi derivanti da operazioni con tutti gli altri paesi del mondo, che non riguardano transazioni dirette in Hong Kong - cioè non hanno a che fare con le vendite di prodotti e servizi sul suolo fisico di Hong Kong -  sono esenti da imposte.

Salaries Tax (rendiconto del datore di lavoro sulle eventuali retribuzioni ai dipendenti residenti in Hong Kong) - una volta all'anno.

Obbligo di mantenere libri e registri contabili per le elaborazioni di bilancio e per la dichiarazione dei redditi in sede per 7 anni.
C'è poi da notare che:
A) anche le aziende inattive registrate a Hong Kong devono presentare i rendiconti elencati qui di sopra.
B) Quei pochi libri obbligatori e le varie registrazioni che avvengono durante l'anno dovrebbero essere annotate accuratamente e tenute a supporto di qualsiasi rendiconto finanziario o fiscale. IRD può fare delle verifiche su come vengono annotati i fatti di gestione; qualora la classificazione dei documenti fiscali non fosse ordinata IRD potrebbe avanzare dubbi sull'autenticità dei numeri indicati nelle dichiarazioni dei redditi; da qui in poi potrebbero conseguire accertamenti fiscali, stime e valutazioni di bilancio, ammende e altre scocciature che non rendono fluido il processo economico, operativo e finanziario dell'impresa operativa in Cina continentale e a Hong Kong.

Cessazione, metodi e costi.

Cancellazione
E' il metodo meno costoso e più rapido, la spesa totale si aggira sui 300 EUR e comprende anche le imposte governative. Vi sono alcuni vincoli:
l'attività dell'impresa e le transazioni devono essere cessate; non devono esserci vincoli o debiti sospesi verso terzi esterni all'impresa; devono essere evasi tutti gli obblighi nei confronti degli enti pubblici e non devono esservi sospesi in termini di rendiconti o di mancanze sui versamenti di tasse o imposte previste dalla normativa vigente a Hong Kong. Il preposto deve mantenere un archivio della documentazione prodotta per un periodo a seguire.

Liquidazione
Nei casi di liquidazione voluta dai soci della società registrata in Hong Kong, le condizioni sono due: che i soci siano d'accordo sulla liquidazione e che non vi siano rapporti di insolvenza. Il costo complessivo si aggira sui 3000/4000 EUR.

Liquidazione forzosa
Nei casi di insolvenza e di liquidazione forzosa ottenuta con ricorso presso l'organo giudiziario competente per la giurisdizione di Hong Kong, la tassa da versare all'atto della presentazione del ricorso è di circa 1100 EUR e le altre spese sono poi consolidate in rapporto all'andamento della discussione in aula innanzi al giudice. Non sono abilitati ad esercitare procura presso tribunali in Hong Kong e, ancor meno in Cina Popolare, avvocati stranieri. Quindi gli studi di consulenza legale italiani operanti in Cina e in Hong Kong, come anche gli altri studi stranieri, si appoggiano tutti a corrispondenti locali, sempre.
Consulenza contabile e servizi di segreteria in Cina e Hong Kong, domiciliazione società italiane in Cina e Hong Kong; per contenere al minimo i costi sostenuti dagli imprenditori che si rivolgono ai marcati Asiatici. Costituzione di nuove società, acquisizione di società esistenti in Hong Kong, espletamento delle formalità burocratiche ed amministrative.

Per avere più dettagli sulla procedura per aprire una società estera offshore, click qui.